Il piccolino cresce: ha già superato l’anno e mezzo di vita.
Qui è ritratto intanto che fa una sosta, andando sulla biciclettina senza pedali, e mentre studia attentamente i papaveri californiani, che sono un po’ diversi da quelli che crescono da noi.
Ormai molte paroline le dice, mescolando un po’ le tre lingue con cui gli adulti gli parlano: l’italiano il papà, l’inglese la mamma, lo spagnolo le tate dell’asilo.
Noi due siamo stati là per un mese intero, e abbiamo cercato di dare una mano e di viziarli un po’; un altro mese lo trascorreranno loro qua, e si va avanti così, un po’ faticosamente. Quando si è così lontani, la nostalgia è tanta, come il rammarico di non poter aiutare come si vorrebbe. Ma non c’è altra scelta, almeno per ora.
8 risposte a “A spasso per San Francisco”
Un’ottima scusa per viaggiare e per conoscere e parlare bene varie lingue, per grandi e piccini. Complimenti per il bel post (oltre che per il soggetto)!
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Grazie a te per la visita, il commento e per il ‘bel post’, in realtà è molto semplice e descrittivo. Per il piccino, seppure nascosto in viso, i complimenti li accetto volentieri: è effettivamente molto bello! 😉
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Complimenti al piccolo e a tutta la vostra bella famiglia. Un abbraccio.
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Grazie, cara! Ricambio l’abbraccio.
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Nostalgia e rammarico che ci accomuna; Anche noi ne abbiamo due con le loro famiglie (mogli e 5 figli in due) lontani.
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Mancano, eccome se mancano. E non seguire che da lontano la crescita dei nipoti, non poter aiutare, finché si è ancora in grado di farlo, fa ancora più male.
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Vero, oltretutto ci perdiamo qualcosa di prezioso: vederli crescere solo in foto e in video.
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Eh già
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